Follina (Treviso) - Abbazia cistercense: LA BASILICA

L'attuale chiesa trecentesca, in stile romanico gotico di transizione, fu preceduta da una badia benedettina e da un'altra chiesa cistercense del XIII secolo. La costruzione è dovuta agli abati Gualtiero da Lodi e Nordio da Treviso (1305 - 1335). Come tutte le chiese cistercensi è orientata con la facciata a ponente e l' abside a levante e si compone di tre navate e cinque campate. Sulla facciata un elegante rosone e lunghe finestre trilobate e, sopra il portone centrale, una lunetta affrescata del XV secolo. Sulla parete esterna del braccio sinistro del transetto è dipinta, sopra una finestrella, una figura d'angelo di stile romanico. All'interno, in alto sopra il presbiterio, vi è una serie di figure trecentesche.
Sull'altare maggiore fa spicco una preziosa ancona gotica di legno intagliato e dorato, imitazione di quella antica che si trova in S. Zaccaria a.Venezia, eseguita da validi artigiani nel 1921. In alto, nella nicchia, si trova l'immagine della Beata Vergine di Follina in pietra grigia, oggetto di venerazione popolare già prima dell’anno mille. È una scultura molto interessante, trattandosi di arte popolare, di probabile origine nubiana. L'attribuzione è ancora incerta, anche se l'analisi storica e morfologica ci portano alle scuole longobarde di Aquileia e Verona (forse sec. VIII).
Navata destra: crocifisso ligneo barocco dell'epoca camaldonese, imponente e ben modellato; accanto un affresco del 1507 di Francesco da Milano, raffigurante la Madonna con il Bambino tra due santi e un donatore, sullo sfondo di un dolce paesaggio veneto. Navata sinistra: tracce di affresco rappresentante S. Tommaso d'Aquino con il suo trattato sul SS.mo Sacramento. Viene attribuito a Tommaso da Modena.

CENNI STORICI: Il primo insediamento monastico a Follina fu benedettino, alle dipendenze dell'abbazia di San Fermo Maggiore di Verona e risale a prima del mille. Venne sostituito nel 1146 dall'Ordine cistercense, i cui monaci provenivano dalle abbazie milanesi di Chiaravalle e Cerreto di Lodi, inviati con tutta probabilità da S. Bernardo di Chiaravalle.
Con la donazione di Sofia da Camino del 1170 il monastero follinese cominciò ad ampliarsi fino a diventare quel complesso monumentale cistercense, che è considerato fra i più insigni e meglio conservati d'Italia. Fu centro di operosità e vita spirituale; i monaci si dedicarono con zelo agli impianti dei pannilana e alla bonifica della zona di origine lacustre. Ai cistercensi seguirono dal 1448, anno in cui la Repubblica di Venezia ne chiese a papa Nicolò V la soppressione, vari abati commendatari; il più illustre di essi fu S. Carlo Borromeo.  Nel 1573 l'abbazia venne affidata ai monaci camaldonesi, che vi rimasero fino al 1771, quando la Repubblica Veneta soppresse il monastero; i beni passarono al monastero camaldolese di S. Michele di Murano. Iniziò così la decadenza dell'abbazia, che nel 1820 fu eretta in parrocchia: la rovina piombò sugli edifici, in modo particolare sul chiostro, dove vennero costruite abitazioni per privati.
Nel 1915 l'abbazia venne affidata ai Servi di Maria, che si adoperarono subito per il restauro dell'intero complesso, reso ormai irriconoscibile da modifiche, manomissioni e incuria. Alcuni danni provocati durante la prima guerra mondiale affrettarono i necessari restauri, iniziati nel 1919 e in massima parte compiuti nel 1921. Nello stesso anno la chiesa, santuario mariano e da sempre meta di pellegrinaggi, veniva elevata a "basilica" e l'immagine della Vergine solennemente incoronata.

Il Chiostro romanico - La Loggia

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