Cefalù (Palermo) - Cattedrale

Il Duomo di Cefalù, secondo la leggenda, sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza.
L'edificazione ebbe inizio nel 1131 e furono realizzati i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi porfiretici che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie. Successivamente, Federico II trasferì a Palermo i due sarcofagi reali; infine tra le due torri fu inserito un portico.
La facciata è inquadrata da due possenti torri, alleggerite da eleganti bifore e monofore e sormontate da cuspidi piramidali aggiunte nel quattrocento e diverse l'una dall'altra: una a pianta quadrata e con merli a forma di fiammelle, che simboleggerebbe la mitria papale e il potere della Chiesa, mentre l'altra, a pianta ottagonale e con merli ghibellini, la corona reale e il potere temporale.
Il portico quattrocentesco precede la facciata, con tre archi (due ogivali ed uno a tutto sesto) sorretti da quattro colonne e con volte a costoloni.
Sotto il portico rimane la “Porta Regum”, impreziosita da un portale marmoreo finemente decorato, e con pitture ai lati.
L’interno è "a croce latina", diviso in tre navate da due file di colonne antiche riutilizzate.
L'abside è ricoperta da uno splendido mosaico, per la cui realizzazione Ruggero II chiamò maestri bizantini, di Costantinopoli.  La figura dominante è quella del Cristo Pantocratore, che mostra i suoi attributi cristologici con la destra alzata: indice e medio uniti, indicanti le due nature del Cristo, divina e umana; pollice, mignolo e anulare congiunti, indicanti il mistero della Trinità. Con la sinistra regge il Vangelo aperto, sulle cui pagine si legge, in greco e latino: “Io sono la luce del mondo, chi segue me non vagherà nelle tenebre ma avrà la luce della vita”.

Torna indietro