Firenze - Ponte Vecchio

Ponte Vecchio è uno dei simboli della città di Firenze ed uno dei ponti più famosi del mondo. Attraversa l'Arno nel suo punto più stretto, dove nell'antichità esisteva un guado.
Primo e unico ponte costruito durante l’età romana, intorno alla metà del I secolo a.C., fu l'unico ad essere risparmiato dai tedeschi durante la loro ritirata, nella Seconda Guerra Mondiale.
Fu più volte rovinato dalle alluvioni, tra le quali quella del 1117, dopo la quale venne ricostruito, nel 1170, in pietra e a cinque arcate e vi furono installate botteghe di legno ai due lati, a sbalzo sul fiume.
Costruito così, il ponte aveva il difetto di essere un grosso ingombro alle correnti in piena, e non riuscì a resistere a una delle più terribili e tragiche piene come quella del 4 Novembre del 1333, che si portò totalmente via il ponte.
Dopo la costruzione dei lungarni, il ponte venne ricostruito nel 1345 ad opera di Taddeo Gaddi e Neri Fioravanti, con struttura di tre arcate ribassate, e di larghezza tale da permettere di costruire al disopra di esso due portici ad arcate.
La ricostruzione, avvenuta tra il 1333 ed il 1345, fu possibile grazie al guadagno reso dall’affitto delle preesistenti botteghe di legno, in origine quarantatrè. I negozi furono rifatti in muratura e disposti simmetricamente ai lati del ponte e interrotti al centro da una piazzetta.
Le botteghe furono destinate ad arti come quello della Lana, a macellai e verdurai. Da un censimento che Cosimo I fece eseguire verso la metà del Cinquecento, risultava che a quel tempo sul Ponte Vecchio avevano la propria bottega: 3 beccai, 3 pizzicagnogli, 5 calzolai, 2 legnaioli, 2 biadaioli, 1 bicchieraio, 1 merciaio, 1 rivendugliolo e una decina di venditori di generi diversi.
Questo fino a quando il granduca Ferdinando I ordinò che le botteghe venissero sgomberate da tali attività e diventassero sede obbligatoria di orafi, argentieri, bancherotti, (ossia i gioiellieri), della città, poiché il ponte era diventato “luogo assai frequentato da gentiluomini e forestieri”.
Da una relazione risulta che gli orefici erano 41 e i bancherotti 8.
Il ponte, molto diverso da come oggi appare, manteneva le forme e le caratteristiche della città medievale; perfettamente armonioso, era costruito in conci di pietra forte. Le botteghe, tutte delle stesse dimensioni, non dovevano avere alcuna finestra dalla parte esterna, quelle che guarda il fiume, e si interrompevano a metà con una piazzetta con libera visuale sull’Arno.
Iniziò ad avere l’aspetto prossimo a quello attuale verso il 1700, quando i negozi cominciarono ad abbellirsi con aggiunte di vetrine, specchi, decorazioni.
Al centro del Ponte Vecchio si aprono una serie di grandi finestre panoramiche sull’Arno in direzione del Ponte Santa Trinita. Queste finestre, molto diverse dai piccoli oblò rinascimentali, furono realizzate nel 1939 su desiderio di Benito Mussolini.

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