Libellule

Le libellule sono insetti e appartengono all’ordine degli Odonati.
L’etimologia della parola Libellula ha origine incerta e secondo alcuni studiosi deriverebbe dalla parola latina libellus, cioè piccolo libro; questa immagine evoca la figura dell’insetto posato, le cui ali, aperte o chiuse, ricordano le pagine di un libro. Secondo altri questo nome potrebbe essere il diminutivo di libella, cioè piccola bilancia, per il movimento di oscillazione delle ali quando l’insetto è posato. Altri autori, invece, sono convinti che Linneo derivò il nome libella dalla sua prima apparizione nel testo Libri de piscibus marinis di Guillaume Rondeletius (1554), in cui l’autore assegnava il nome “libella insecto fluviatilis” a quello che sicuramente era una larva di Zigottero, commentando che somigliava nell’aspetto allo squalo martello, classificato come Libella marina.
Il termine Odonati fu creato dall’entomologo danese Fabricius nel 1793 per indicare l’intero ordine di questi insetti, ed è una contrazione di Odontognati, insetti dalle mandibole dentate.

DISTRIBUZIONE
Sono presenti in quasi tutto il mondo e mancano solo in Antartide e in alcune isole Artiche. Sono molto abbondanti nelle regioni tropicali e il loro numero decresce spostandosi versi i poli. Per esempio, in Costa Rica sono presenti 250 specie, mentre in Florida sono 140, in Italia 90 e solo 34 in Inghilterra.
Si trovano solitamente vicino a laghi, stagni, fiumi e altri corpi idrici, e gli ambienti di acque ferme ospitano il numero maggiore di specie. Lo sviluppo di questi insetti avviene nella maggior parte degli ambienti acquatici, ma alcune specie necessitano ambienti particolari come le zone salmastre e corpi d’acqua temporanea.

CARATTERI DISTINTIVI
Le libellule adulte possono essere riconosciute dagli altri insetti per il loro lungo addome, formato da segmenti ben riconoscibili, le due paia di ali fitte di venature, i grossi occhi e le antenne molto ridotte. Sono attivi durante il giorno, soprattutto nelle ore centrali, e hanno un volo agile e veloce. Tutte le libellule sono predatrici, sia nella fase larvale che in quella adulta.

EVOLUZIONE
Le libellule appartengono ai Paleoptera, un gruppo primitivo di insetti caratterizzati dall’avere larve acquatiche e ali con venature molto complesse.
Questo gruppo ebbe origine circa 250-300 milioni di anni fa durante il Carbonifero, quando vivevano libellule gigantesche, le Meganeuride, che avevano apertura alare di 70 centimetri.
Oggi sono presenti circa 5.000 specie conosciute di libellule.
Le libellule sono suddivise in tre sottordini:
1- Anisotteri - hanno le ali anteriori e posteriori con forme diverse, gli occhi sono grandi e formano, toccandosi, una massa globosa, simile ad un “casco”. Quando sono in posizione di riposo tengono le ali distese ai lati del corpo e sono grandi volatori;
2- Zigotteri - hanno le ali anteriori e posteriori simili nella forma. Gli occhi sono posti ai due lati della testa e non si toccano mai. Quando sono a riposo tengono le ali chiuse. Sono più piccoli e di struttura corporea più delicata rispetto ai grossi Anisotteri ed hanno volo molto più lento e poco potente;
3- Anisozigotteri – hanno le ali anteriori e posteriori uguali nella forma come negli Zigotteri ma nell’aspetto ricordano un Anisottero. Al mondo solo due specie del genere Epiophlebia, una in Giappone e una nella regione dell’ Himalaya.

Le libellule rappresentano un gruppo morfologicamente complessivamente omogeneo, anche se i vari sottordini presentano caratteri nettamente distinguibili.
Il corpo degli adulti è diviso, come negli altri insetti, in testa, torace e addome.

Testa
La struttura più vistosa della testa sono gli occhi composti, formati da migliaia di ommatidi.
E’ più larga del torace, in genere molto grande e dotata di mobilità, diversa come forma nei due sottordini: globosa negli Anisotteri e trasversa negli Zigotteri. Sulla testa ci sono le antenne, molto ridotte, tre ocelli, disposti a triangolo e le parti boccali, composte.

Torace
Il torace delle libellule, estremamente specializzato, è formato da due parti: il protorace e lo pterotorace. Il primo è molto ridotto e ad esso sono articolate la testa e il 1° paio di zampe. Il secondo è molto sviluppato, porta le ali e le zampe medie e posteriori.
Il torace delle libellule presenta una particolarità detta obliquità, ossia, l’inserzione delle zampe viene ad essere spostata cefalicamente e quella delle ali caudalmente.
Questa particolare disposizione, spostando il baricentro della libellula in volo verso l’avanti, permette di sopportare urti contro le prede, durante la loro cattura in aria, senza eccessivi sbilanciamenti e senza modifiche marcate alla traiettoria.

Zampe
Sono ben sviluppate, rivolte in avanti e composte da più segmenti: femore, tibia, tarso e unghie. Sono simili nella costituzione in tutte le specie, ma variano nella lunghezza, nella forma e nel colore. Non servono per la locomozione ma per aggrapparsi ai supporti e per catturare e trattenere le prede in volo.

Ali
Sono grandi, composte da una membrana chitinosa, generalmente trasparenti, ma talvolta colorate o macchiate.
In posizione di riposo si presentano aperte più o meno orizzontali e perpendicolari all’asse del corpo (Anisotteri) oppure si dispongono verticalmente e obliquamente all’indietro sopra l’addome (Zigotteri).
Sulle ali è presente una ricca venulazione longitudinale e trasversale che racchiude piccole concamerazioni dette celle. Tali venature, che costituiscono un importante criterio di classificazione, variano a seconda delle famiglie, dei generi e delle specie.

Addome
E’ mobile, sottile e di solito molto lungo. E’ formato da 11 segmenti detti “uriti”, dei quali i primi 10 sono ben distinguibili, mentre dell’undicesimo sono presenti solo le vestigia. Termina con delle strutture dette cerci, somiglianti ad una sorta di tenaglia, con la quale il maschio trattiene la femmina durante l’accoppiamento.
Lo sbocco genitale nel maschio si trova nel 9° segmento ma, fatto unico nel regno animale, l’apparato copulatore è situato nel 2° e 3° urite. Nella femmina l’addome è generalmente più corto e dilatato e gli organi genitali sono nell’8° e 9° segmento. Le femmine delle specie più primitive sono dotate di un ovidepositore molto grosso che permette l’inserzione delle uova nei vegetali vivi o morti e che può essere scambiato per un pungiglione.