La meravigliosa corona, capolavoro
dell’oreficeria dell’epoca normanna, è formata da una calotta
emisferica. Una fascia larga circonda l’intera calotta e su di
essa si innestano, proprio a formare una croce, due galloni, che
creano così, quattro spicchi triangolari.
Sia la fascia circolare che quelle incrociate
sono arricchite da lamine d’oro quadrilobate e da smalti ad
alveolo trapezoidali; il tutto fittamente delimitato da perle grezze, di
formato più grosso e poste negli intervalli fra una lamina quadriloba e un’altra. Su ognuna di esse, poste in castoni, una
gemma.
Perle ed altre gemme, (granati, rubini,
zaffiri, topazi), graduate nei loro colori, che accolgono la
luce in continua vibrazione, scandiscono, la fitta maglia d’oro
fulvo granato "raggiante come il fulgore del sole" (cfr. M.
Accascina, La corona in …, in Oreficeria di Sicilia…,
1974, pp. 78-79), in spicchi triangolari.
Proprio sopra l’intersezione delle due fasce,
su una lamina d’oro polilobata, è incastonata, su di un
cestello, un’ametista ovoidale circondata da otto perle grezze.
Al di sotto della fascia circolare corre
un’altra fascia in gallone d’oro sul quale vengono applicate
nove lamine, anch’esse in oro fulvo a forma di palmette
stilizzate, sulle quali sono incastonati dei turchesi.
A conclusione della cuffia,
troviamo le due
infule o pendilia di oro giallo, di forma triangolare, composte
ognuna da un traliccio concatenato con tre barrette di lunghezza
crescente e con sei piastrine romboidali, il tutto preziosamente
decorato da smalti ad alveolo (cloisonnèe) e granati.
Dall’ultima barretta (quella più lunga)
pendono due sferette ed una goccia.
Costanza d' Aragona (1183 ca.–1222) è
stata regina d'Ungheria dal 1194 al 1204. Sposando in seconde
nozze Federico II, fu regina consorte di Sicilia (1209-1222) e
imperatrice del Sacro Romano Impero (1212-1222).
Morta a Catania, fu successivamente sepolta in un sarcofago
antico nella Cattedrale di Palermo.
Nel 1491,
a seguito di un'indagine ufficiale sulle tombe reali della Cattedrale di
Palermo, il prezioso corredo rinvenuto nel sarcofago (insieme alla corona furono trovati
tre anelli) fu trasferito nel tesoro dello stesso Duomo.
Successivamente,
però, forse per il malcontento che la ricognizione delle tombe
aveva suscitato, venne richiuso nuovamente nel sarcofago. Nel 1781, in occasione della
ristrutturazione della Cattedrale, ci fu una seconda
ricognizione delle tombe reali.
Dopo tale ricognizione l’intero corredo
trovato verrà definitivamente posto nella camera del tesoro
della Cattedrale, e registrato nell’inventario del 1848.