SAN FRANCESCO

La chiesa di S. Francesco risale alla prima metà del 1200. Venne ampliata nel 1255 e ripetutamente restaurata e adattata dopo numerose vicissitudini, tra cui un incendio nel 1386, la guerra di Cambrai nel 1509, l'invasione francese nel 1797.
La soppressione napoleonica delle corporazioni religiose la ridusse a magazzino e ospedale militare; inoltre portò alla dispersione delle pregevoli opere di pittura e scultura che adornavano le pareti e delle tombe appartenenti alle famiglie trevigiane più ragguardevoli (del XV e XVI secolo). Rimangono soltanto le tombe di Francesca, figlia di Petrarca, e di Pietro, figlio di Dante Alighieri, entrambi morti a Treviso.
L'interno, pur spoglio ed estremamente sobrio, è comunque particolarmente suggestivo
La costruzione risulta asimmetrica, per l'aggiunta della navata destra  un secolo dopo l'edificazione della chiesa.
Anche qui, come in S. Nicolò, un gigantesco S. Cristoforo. Secondo una credenza popolare molto diffusa, si pensava che chi avesse guardato l'immagine del santo, quel giorno sarebbe stato preservato da morte improvvisa o da altre disgrazie.
Nella cappella dell'Immacolata (quella a sinistra dell'altare maggiore) vi è una "Madonna in trono con Bambino e Santi" affrescata da Tomaso da Modena.

SANTA LUCIA E SAN VITO

Quella di Santa Lucia è una piccola chiesa con l'aspetto di cripta, sorta nel 1355 sulle rovine delle carceri distrutte da un incendio.
Fu ingrandita nel 1389 per introdurre il culto di S. Lucia, in ricordo del ritorno di Treviso sotto Venezia, dopo la partenza dei Carraresi. In questa occasione venne anche cambiato l'orientamento del suo asse.
Sembra infatti che la cappella a destra dell'ingresso, con gli affreschi trecenteschi delle "Storie della Passione", fosse l'abside della prima chiesetta.
In questa stessa parete, qualche anno fa, fu collocata la "Madonna del pavegio" (1355 circa) tolta da un'altra parte della chiesa. L'affresco è attribuito a Tomaso da Modena e raffigura la Madonna con Bambino che sta seguendo con la mano una farfalla (il pavegio).
Gli altri affreschi della chiesa raffigurano storie di Santi e risalgono alla fine del XIV secolo.
Attraverso una porticina si accede nella  attigua chiesa di San Vito. Questa chiesa ha origini antichissime, ma della parte più vecchia rimane solo una piccola abside che si apre proprio sulla porticina d'ingresso, e sulla quale sono dipinti interessanti affreschi della prima metà del 1200. Il resto della costruzione fu completamente rifatto del XVI secolo, quando, sopra la chiesa, vennero aggiunti i locali del Monte di Pietà.

SANTA MARIA MAGGIORE

Fin dall'VIII secolo, nel luogo ove ora sorge la chiesa di Santa Maria Maggiore, si venerava la Madonna, che aveva compiuto straordinarie guarigioni e protetto la città dalle invasioni e dai dominatori tiranni.
La chiesa della "Madonna Granda", come popolarmente viene chiamata, fu costruita nelle forme attuali nel corso della seconda metà del 1400, in stile tardo gotico, mentre l'abside fu demolita e rifatta nel 1500.
Il tempietto interno, in marmo intarsiato, è del 1400 e ospita l'immagine miracolosa della Madonna con Bambino, attribuita a Tomaso da Modena. Egli, molto probabilmente, si servì per il suo affresco del disegno precedente, che come schema proponeva la Nicopeia, cioè la Vergine fautrice di vittorie, della tradizione veneziana.
Nello stesso tempietto sono conservate anche le catene di Girolamo Emiliani, un governatore veneziano che comandava il castello di Quero e che venne catturato dai Collegati della guerra di Cambrai. Egli fu miracolosamente liberato ad opera della Madonna il 27 settembre 1511 e lasciò come ex voto le catene della sua prigionia nel santuario di S. Maria Maggiore, dedicandosi poi alla vita religiosa e fondando l'Ordine dei Padri Somaschi.
Dietro il tempietto vi è la cappella del Battesimo, a piante semicircolare, e completamente affrescata da Ludovico fiumicelli e Giovan Pietro Melloni, con scene tratte dal Nuovo Testamento (XVI secolo).

 

 
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