Nel 1944 il Palazzo fu gravemente
danneggiato
da un bombardamento aereo e nell'immediato dopoguerra fu
nuovamente restaurato: i muri esterni a est e a nord,
paurosamente inclinati, furono riportati a piombo, con un
originale e audace sistema di argani, con cavi di acciaio.
All'interno, il Palazzo mostra alcuni affreschi coevi alla
costruzione dell'edificio, altri di tarda derivazione veronese
e, sotto i modiglioni che sorreggono le capriate, quelli che riproducono gli stemmi dei
Podestà della città dal
1337 al 1642. Attualmente il Salone dei Trecento,
adibito a
sede del Consiglio Comunale, viene usato anche per ospitare
conferenze, dibattiti pubblici o mostre d'arte.
Sul fianco sinistro del Palazzo dei Trecento, vi è il
Palazzo cella Prefettura: il suo lato ad est, ex Palazzo Pretorio, durante il secolo scorso
fu rielaborato in stile lombardesco; il lato a nord invece
fu completamente rifatto tra il 1874 e il 1877, su progetto
di Camillo Boito e dell'ing. Giulio Olivi, in luogo del
Palazzo Comunale. Dietro a questo si innalza la Torre
civica, la cui grossa campana (la "Marangona") è sempre stata
portavoce degli eventi storici della città. Di fronte alla
Piazza, si apre via Barberia, una delle più caratteristiche
stradine di Treviso; è fiancheggiata da costruzioni in
mattoni a vista e anche affrescate (al n.25 Ca' dei ricchi)
e spesso ci si può imbattere in mostre d'arte all'aperto.
PIAZZA MONTE DI PIETA'
In Piazza dei Signori, tra la Loggia dei Trecento e il
Palazzo della Prefettura, si apre il Sottoportico dei
Soffioni che conduce in Piazzetta del Monte di Pietà.
Tale denominazione risale alla fine del XV secolo quando,
nei locali sopra le carceri e l'attuale chiesetta di Santa
Lucia, venne insediato il Monte dei Pegni. L'attività
permane ancor oggi, gestita dalla Banca Unicredit. All'interno, la Cappella dei Rettori
costituisce, dal lato artistico, uno dei vanti della città.
Risale alla metà del XVI secolo ed è completamente decorata.
Il soffitto è in travi a vista dipinte; al centro della
parete di fondo, che ha forma di piccola abside, un affresco
di Ludovico Fiumicelli raffigura la "Moltiplicazione dei
Pani e dei Pesci": sotto di questo e lungo le pareti
laterali, vi è una splendida fascia di tele del pittore
fiammingo Ludovico Pozzoserrato, raffiguranti episodi tratti
dal Vecchio e dal Nuovo Testamento allusivi alla Carità: più
in basso, le pareti sono completamente ricoperte dai
preziosi cuoi dorati di Cordova; quella del cuoio stampato
era una soluzione di rivestimento frequente a Venezia, ma
usuale anche nelle case trevigiane. Anche questo restauro,
come molti altri in città, è dovuto alla sapiente diligenza
e sensibilità degli Amministratori della Fondazione Cassamarca.
Solo da qualche anno infatti questa opera d'arte è stata
riportata all'antico splendore e resa visibile a tutti.
Fino a pochi anni fa la piazzetta del Monte di Pietà era più
comunemente conosciuta come la "Piazzetta dei Funghi",
poichè nel periodo autunnale era occupata dalle tradizionali
bancarelle per la vendita dei funghi locali (ora spostate in
Piazzetta S. Parisio). Fino al secolo
scorso invece, vi si macellavano le carni e per questo era
detta "Piazzetta delle Beccherie". Tale nome rimane oggi nel
vicino ristorante, uno dei più rinomati della città e nel
quale si può gustare e apprezzare la tradizionale cucina
trevigiana.
CROCE DI VIA
Il "Quadrivium" o "Croce di Via" è il luogo d'incontro del
Cardo e del Decumano romani, ovvero le strade che hanno poi
determinato l'orientamento e lo sviluppo urbanistico di
tutta la città.
In questo punto sorge la romanica Loggia dei Cavalieri.
"La
Loggia dei Cavalieri è unica nel suo genere - scrive i Prof.
Luigi Menegazzi in "Treviso Nostra" - di singolare
leggerezza ed eleganza per una costruzione romanica". Negli
Statuti del 1314 viene così definita: "maxima pars pulchritudinis civitatis Tarvisii".
Un tempo era il luogo di convegno dei cittadini nobili per
il gioco degli scacchi, oggi viene utilizzata per mostre o
manifestazioni.
Fu costruita molto probabilmente quand'era podestà Andrea
da Perugia nel 1276-77, epoca alla quale possono essere
attribuiti gli affreschi più antichi che la decorano.
Lasciata in stato di abbandono per secoli, fu ripristinata
nella forma originaria nel 1911 e restaurata net 1945 dei
danni subiti nell'ultima guerra mondiale.
Oggi appare come un vano trapezoidale, aperto su tre lati e
con tracce di affreschi che in origine coprivano interamente le pareti interne ed esterne: stemmi del Collegio de
Nobili, vicende cavalleresche e molte altre decorazioni a
motivi geometrici e floreali.
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