TOMASO DA MODENA
Tomaso dei Baresini nacque a Modena nel 1326.
Nel 1348 dovette però allontanarsi dalla sua città a causa
dell'imperversare della peste (quella raccontata dal Boccaccio).
Arrivò a Treviso e subito i numerosi ordini monastici
cominciarono a commissionargli degli affreschi. Proprio a
Treviso egli lasciò le sue opere migliori: il "Ciclo dei
Domenicani" nel chiostro della chiesa di San Nicolò, le "Storie
di S. Orsola" nella chiesa di Santa Margherita, oltre ad altre
immagini religiose affrescate nelle chiese di Santa Lucia, San
Francesco, Santa Maria Maggiore, Santa Caterina. Tomaso da
Modena è considerato un precursore nella storia dell'arte dei
suoi tempi; egli infatti rivoluziona la tecnica espositiva e usa
il colore in modo nuovo e inconfondibile. Introduce la
rappresentazione prospettica: anche se le regole tecniche non
sono ancora completamente acquisite, è evidente la sua ricerca
di dare profondità, prospettiva e di riprodurre l'immagine nel
modo più realistico possibile. La linea rosso scuro che segna i
contorni dei volti contribuisce inoltre a dare più umanità e
calore, e quindi realismo, a ciascun personaggio e all'opera
stessa. Nel suo tempo e per molti decenni dopo, Tomaso da Modena
è l'unico artista a far prevalere l'umanità sulla spiritualità:
le sue figure sono persone vere, con uno stato d'animo. Egli le
sa cogliere nell'immediatezza della quotidianità, è attento alla
realtà esterna e, nello stesso tempo, a quella interiore di
ciascun personaggio.
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