BATTISTERO E DUOMO
Di epoca poco precedente a quella del Duomo romanico, è il
Battistero di San Giovanni. In Italia, in quel periodo, i
battisteri avevano pianta rotonda o ottagonale; si presume
quindi che quella di San Giovanni fosse, in origine, una
chiesa, visto che ha pianta rettangolare. Sulle sue pareti
esterne spiccano alcuni elementi di epoca romana recuperati,
com'era d'uso, da edifici romani distrutti. Tra il
Battistero e il Campanile vi è la Scuola del Santissimo,
sulla cui facciata si può intravvedere una crocefissione del
Tiziano. All'interno del Battistero, molto sobrio e
lineare, vi sono affreschi di derivazione bizantina e,
sull'altare maggiore, il "Battesimo di Cristo" di Ascanio
Spineda.'" Nel luogo
attualmente occupato dal Duomo sembra essere preesistito
un insediamento cristiano della prima metà del IV secolo.
Ne dà testimonianza il pavimento a mosaico del Battistero Paleocristiano, ancor oggi visibile in via
Canoniche. Successivamente sembra essere stata costruita una chiesa di epoca longobarda, le cui testimonianze sono
ravvisabili in alcuni particolari architettonici utilizzati
per la costruzione della cripta ancor oggi esistente. La cripta, edificata intorno ai primi anni del 1000,
è costituita da una fitta serie di colonne e capitelli di recupero
tutti diversi tra loro.
Su questa probabile chiesa longobarda, sarebbe sorta poi,
intorno alla prima metà del 1100, la Cattedrale romanica a
pianta basilicale. Di quest'ultima rimane purtroppo solamente la parte esterna verso via Canoniche e Piazza
Pola, poichè nel 1750, dato il degrado della costruzione, fu
indetto un concorso per il rinnovo della Cattedrale che
portò alla quasi completa demolizione e successivo rifacimento
dell'edificio.
Fu scelto il progetto di Giordano Riccati che realizzò
l'opera come appare attualmente. E' per ragioni economiche
che
non venne effettuata la demolizione della parte posteriore
verso via Canoniche e Piazza Pola che conserva,
fortunatamente, le antiche sembianze e la calda atmosfera medievale. Dalla completa demolizione della cattedrale
romanica furono escluse anche le cappelle cinquecentesche ai lati dell'altare maggiore: la Cappella del
Santissimo Sacramento, opera di Antonio Lombardo con
sculture dei Bregno, e la Cappella dell'Annunziata o
Cappella Malchiostro, dal nome di chi la commissionò. La
pala d'altare di quest'ultima è opera del Tiziano e
raffigura l'''Annunciazione"; alle pareti vi sono affreschi
del Pordenone e, lungo il vestibolo, la "Madonna del Fiore"
(1487) di Girolamo da Treviso il Vecchio, l'''Adorazione dei
Magi" (1550-1560) e un "San Lorenzo"(1562) entrambi di Paris
Bordon. Anche all'interno della sacrestia vi è una tela del
Bordon raffigurante "I Sacri Misteri" (1551); sempre nella
sacrestia vi è anche la "Processione in Piazza Duomo"
(1571) di Francesco Dominici, documento storico molto importante per la
città, poichè descrive in modo chiaro e
minuzioso la composizione di Piazza Duomo nella seconda metà
del 1500. All'interno della chiesa vi sono altre pregevoli opere:
una statua raffigurante "San Sebastiano" (XVI secolo) di
Lorenzo
Bregno; una tela di Francesco Bissolo con "Santa Giustina
tra Santi e donatore" (1530 circa); una statua della bottega
del Sansovino riproducente la "Madonna col Bambino" e un
affresco del "Redentore" (1511) di Pier Maria Pennacchi.
SAN NICOLO'
La costruzione ebbe inizio verso la fine del 1200 ma i
lavori, per la mancanza di fondi e per le interruzioni
causate dalle guerre, durarono più di due secoli. Grande
merito va al domenicano cardinale Nicolò Bocassino (divenuto
Papa Benedetto XI) che offrì più di 70.000 fiorini d'oro per
la prosecuzione della chiesa, che gli venne così intitolata.
La costruzione fu completata nel 1858, dopo l'occupazione
francese. Quello di San Nicolò è un tempio in stile
romanico-gotico molto imponente, è il più grande di Treviso,
ma anche uno dei più alti d'Italia, fra quelli costruiti
nella stessa epoca. L'interno ha pianta a croce latina,
cinque cappelle absidali, il soffitto a carena e dodici
enormi pilastri che sostengono l'intera costruzione. Questi
ultimi stanno a simboleggiare i dodici apostoli, sostenitori
della chiesa dei fedeli; uno di essi è affrescato da Tomaso
da Modena e raffigura, con lo stile e la tecnica tipici di
questo grande artista, le immagini di quattro santi:
Romualdo, Girolamo, Giovanni Battista, Agnese. L'altare maggiore è opera seicentesca del
fiorentino A. Burini e rappresenta, con uno splendido
intarsio di madreperla e marmi preziosi, l'"Ultima Cena". La
pala dell'altare raffigura una "Sacra Conversazione", inziata
nel 1520 da Marco Pensaben e conclusa da Girolamo Savoldo.
Sulla parete sinistra dell'altare vi è il "monumento
sepolcrale Onigo", opera rinascimentale impreziosita
dall'affresco ad arazzo e da due paggi d'arme attribuiti a
Lorenzo Lotto (da altri critici a Pier Maria Pennacchi). Anche nella cappella a destra dell'altare maggiore vi è
un'opera per lungo tempo attribuita a Lorenzo Lotto:
l'"Incredulità di San Tommaso" (1505 circa); la pala ha una
fascia, nella parte inferiore, che raffigura i ritratti
della Commissaria Monigo, una fondazione che si occupava
della dote delle ragazze povere.
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