LE MURA Le mura
compaiono per la prima volta a Treviso in epoca
romana e hanno perimetro rettangolare. Nel 1164
l'imperatore Federico Barbarossa concede di fortificare la
città: la cinta medievale ha un perimetro più ampio e
quattordici porte. A noi oggi ci sono rimaste le mura
cinquecentesche con le tre porte. Furono costruite per
volontà dei trevigiani e dei veneziani (che allora
dominavano la terraferma) per salvare la città, ma
soprattutto per costituire un fondamentale baluardo per
Venezia contro gli eserciti della Lega di Cambrai. Così nel
1509 la Serenissima Repubblica mandò Fra' Giocondo, molto
noto per la sua attività di idraulico e ingegnere militare,
ad iniziare la costruzione delle mura rinascimentali di
Treviso. Venne sostituito poi dall'architetto Alessandro
Leopardi e infine da due uomini d'armi: Lorenzo di Ceri e
Bartolomeo d'Alviano. Il sistema difensivo medievale a torri
venne sostituito dalla difesa radente con mura massicce,
poche porte e tabula rasa dei borghi della periferia; in
questo modo il nemico veniva a trovarsi allo scoperto,
facile preda dei trevigiani.
All'interno delle mura vi era un fitto intreccio di cunicoli
e casematte, disposte in modo tale da collegare i difensori
tra di loro e, nello stesso tempo, mantenerli al riparo dai
colpi dell'artiglieria nemica. Tutto questo oggi non è più
visibile, ma ciò che resta dell'esterno fa ben capire che la
città era circondata da un sistema difensivo molto
efficiente.
In gran parte fu conservato il tracciato delle mura
trecentesche, correggendo il percorso con rettifili e
bastioni; vi furono invece degli allargamenti sia a
nord-ovest, per includere i quartieri di Santi Quaranta, che
a oriente (attuale Borgo Cavalli) per comprendere l'area ove
si erano ritirate le popolazioni cacciate dalla distruzione
dei borghi esterni.
Di tutta l'antica cinta muraria, oggi, la parte meglio
conservata è quella che va da Porta Santi Quaranta a Porta
San Tomaso. Questa parte inoltre costituisce, dal lato
paesaggistico e ambientale, una delle zone più belle della
città: il terrapieno delle mura è un lungo viale
fiancheggiato da ippocastani, l'ideale per un po' di
footing, una passeggiata con il cane o per un'uscita
romantica. Nel tratto a mezzogiorno, tra il Portello e il
bastione di Santa Sofia (manomesso nell'800 per costruirvi
il macello comunale che è poi stato trasferito in altra
sede), mattoni e cordonata si presentano in buone
condizioni, ma si è perso molto dell'insieme per
l'interramento del fossato. Nella zona dell'attuale ferrovia
rimane ben poco della vecchia cinta muraria poichè, per
aprire un varco di fronte alla stazione, fu distrutto il
castello e mutilato il baluardo sottostante.
PORTA S.TOMASO Delle tre porte cinquecentesche, quella
di San Tomaso è la più elegante e maestosa.
La data della sua costruzione, anno 1518, è indicata sulla
facciata esterna. Fu eretta in soli dieci mesi dal podestà
Paolo Nani che avrebbe voluto chiamarla Porta Nana; non
essendogli concesso si limitò a far apporre, sulla sommità
della singolare copertura a cupola, la statua di San Paolo
in onore al suo santo protettore. La porta fu poi intitolata
a San Tomaso Becket al quale era già dedicata una chiesetta
nel borgo all'interno della porta stessa La sua costruzione
è attribuita a Guglielmo Bergamasco che divise la facciata
in tre settori.
In quello centrale si apre il grande arcone d'ingresso
sormontato da un leone alato in pietra d'lstria tolto da un
punto non precisato delle mura: quello preesistente, era
stato distrutto dai francesi nel 1797. C1ascuno degli altri
due settori ha un piccolo ingresso e, sopra questo, stemmi e
trofei d'armi. La facciata interna è molto più semplice
dell'altra ma la scritta di augurio sopra l'arcone
d'ingresso, che sul lato esterno è in lingua veneta, è quì
espressa in latino: "Dominus custodiat introitum ed exitum
tuum", come a voler sottolineare la differenza culturale
esistente tra i treviqiani di campagna e quelli di città.
Porta San Tomaso è stata e continua ad essere un
fondamentale punto di riferimento per la città: nodo di
svincolo delle più importati direttrici stradali verso nord
e, nei giorni di mercato, luogo d'incontro animato e vivace.
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