Treviso è la città dove vivo.
Io
amo la mia città, perciò non potevo non ritagliarle qui un po'
di spazio per farla conoscere a quanti
visiteranno questo sito.
I testi della sezione Treviso, sia
italiano che inglese, sono tratti dall'opuscolo "Treviso -
guida della città", V edizione (anno 1995), a cura di Lucia
Maria Benedetti.
Treviso, capoluogo dell'omonima
provincia detta anche "Marca Trevigiana", è una piccola ma ridente
cittadina del nord-est d'Italia, distante circa 30 Km. da Venezia,
con una popolazione di circa 82.000 abitanti. Sorge sulla media
pianura veneta in una zona ricca di risorse idriche.
Entro lo stesso territorio comunale nascono numerosi fiumi
di risorgiva, dei quali il più importante è il Botteniga, che si divide nei diversi rami (Cagnan Grando,
Buranelli, Roggia ecc.) che tanto caratterizzano il centro
storico. Corso d'acqua principale è comunque il Sile, di cui il Botteniga
stesso è tributario, il quale lambisce le mura meridionali. L'altitudine
va da un minimo di 6 a un massimo di 31 m. s.l.m.. "Marca gioiosa, amorosa et gloriosa",
così è anche chiamata la terra trevigiana. All'epiteto di "Marca gioiosa et amorosa"
attribuitole già nel Medioevo per il fiorirvi della cultura
cortese, si aggiungerà l'aggettivo di gloriosa per essere
stata teatro di decisive battaglie nella prima guerra
mondiale (Monte Grappa, Piave, Vittorio Veneto...) e vittima di un tragico bombardamento nella seconda
che provocò la morte di circa 1.000 civili e la distruzione
dell'80% del patrimonio edilizio, compresi monumenti storici
e artistici (7 aprile 1944). Il 13 aprile 1948 è stata
insignita della medaglia d'oro al valor militare per i
sacrifici sofferti dalla popolazione e per l'attività nella
lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.* Treviso
ha un centro storico raccolto entro le mura cinquecentesche
(un tempo principale baluardo difensivo, ora luogo di
passeggiate),
intervallate da porte monumentali. Può essere percorso a
piedi in poche decine di minuti e questo è tra gli elementi
che fanno di Treviso una città a misura d'uomo. E' città d'arte
(qualifica attribuitale nel 2000) e di
cultura, oltre che di vita goduta con stile. Le chiese, le
case affrescate, il museo civico, le gallerie d'arte, le
piazze e le acque scorrenti, che le hanno valso l'appellativo di
"città d'acque", il Premio letterario Comisso,
senza dimenticare le trattorie e le osterie con le
specialità gastronomiche trevigiane:
tutto induce il visitatore a sentirsi a proprio agio, come un
invitato di riguardo. Treviso è oggi nota nel mondo
soprattutto per l'ingegno dei suoi imprenditori, per la
laboriosità della sua gente, per quel "modello
veneto" che qui ha profonde e solide radici e che ha innervato
il territorio di una miriade di piccole e grandi imprese.
Qui sono nati quasi dal nulla marchi famosi in tutto il
mondo (Benetton , Stefanel, Lotto , Diadora, De Longhi.....)
Sfogliate le pagine del menù a lato.
Troverete notizie e immagini che vi faranno conoscere un po'
più a fondo la mia città e forse vi convinceranno che Treviso
vale sicuramente non solo un week-end, ma anche qualche
giorno in più. *
Motivazione della medaglia d'oro:
""Fiera delle sue tradizioni di libertà che
già ne fecero centro attivissimo del Risorgimento Nazionale;
supremo baluardo della Patria sulle rive del Piave nella
guerra 1915 - 1918; sollevò dalle sventure dell'8 settembre
1943 la fiaccola della resistenza; eccitò alla lotta contro
il tedesco invasore; orqanizzò le prime schiere armate della
pianura e della montagna; fu per tutto il periodo della
dominazione straniera, l'anima di una resistenza indomabile
di popolo e di brigate partigiane, spiegando energie
combattive e capacità direttive in tutta la regione veneta.
Dilaniata nelle carni dei suoi figli caduti davanti ai
plotoni d'esecuzione nemici; distrutta nei suoi edifici;
bagnata nelle sue piazze dal sangue di vittime innocenti,
lasciò alla storia d'Italia 248 caduti e 144 feriti
partigiani; 10.261 internati e deportati politici; 1.600
uccisi e 350 feriti per bombardamenti e il ricordo delle
epiche gesta della sua insurrezione, allorchè il popolo,
accorso tra le rovine di 3.783 case distrutte, combattè al
fianco dei partigiani, unito a loro in un unico slancio di
fede e di libertà'"
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